IL SOGNO
Arrivò da lontano. Ed era già in ritardo.
Un cruccio indomito e remoto per la testa.
Deciso di ripetere altre e più antiche gesta
di superare l'oceano anche solo con lo sguardo.
Fu accolto come un fratello ormai dimenticato
o come lo zio d'America per il suo tesoro,
si innamorò del vento o di uno spazio desolato
con la passione insana d'un cercatore d'oro.
Non so se vi ha trovato la sua vena,
ma v'è tornato e ritornato troppe volte
che il primo giorno lo si ricorda appena.
Ci ha trascinato gente con lo stesso sguardo:
le più recalcitranti, avvinazzate e colte.
Pago sarà quando si sentirà "o Bernardo"?
Un cruccio indomito e remoto per la testa.
Deciso di ripetere altre e più antiche gesta
di superare l'oceano anche solo con lo sguardo.
Fu accolto come un fratello ormai dimenticato
o come lo zio d'America per il suo tesoro,
si innamorò del vento o di uno spazio desolato
con la passione insana d'un cercatore d'oro.
Non so se vi ha trovato la sua vena,
ma v'è tornato e ritornato troppe volte
che il primo giorno lo si ricorda appena.
Ci ha trascinato gente con lo stesso sguardo:
le più recalcitranti, avvinazzate e colte.
Pago sarà quando si sentirà "o Bernardo"?
Lei ci arrivò costretta e stralunata.
Guardandosi attorno disse ch'era bello.
Colle sue mani si è così fregata:
da quel giorno c'è stato solo quello.
Si è vista immortalare sopra una piastrella,
sopra un biglietto insieme a due colombi.
La notte senza luna ha la sua stella,
con urla e gemiti come giù…ai piombi.
Quando e se resisterà al duro viaggio
lo dirà il tempo; resterà alla storia
il suo spirito leggero a dimostrar coraggio.
Resterà a lungo ancora la sua immagine;
svolazzeranno drappi verdi in sua memoria,
diranno a tutta Sagres quanto lei ne è degna.
Guardandosi attorno disse ch'era bello.
Colle sue mani si è così fregata:
da quel giorno c'è stato solo quello.
Si è vista immortalare sopra una piastrella,
sopra un biglietto insieme a due colombi.
La notte senza luna ha la sua stella,
con urla e gemiti come giù…ai piombi.
Quando e se resisterà al duro viaggio
lo dirà il tempo; resterà alla storia
il suo spirito leggero a dimostrar coraggio.
Resterà a lungo ancora la sua immagine;
svolazzeranno drappi verdi in sua memoria,
diranno a tutta Sagres quanto lei ne è degna.
Ho riscoperto il mare qui.
Certo qualcosa si è aperto in me, perso tra questi spazi aperti.
Forse perchè al di sopra, forse perchè al riparo da questo mare disteso che spaventa.
Forse rapito dallo sciabordio del mare che ritorna con ritmo diseguale.
O attratto dalla luce del faro che ritorna costante.
Mi piace fermarmi, seduto sulla roccia a strapiombo sul mare, lasciarmi frugare dal vento, osservare l'orizzonte che si confonde, conscio che niente cambierà, nessuno arriverà, né si turberà la massa d'acqua anche se increspata, e lasciare che il sole picchi a piombo o se ne vada oltre le nuvole arrossate e si tenga la sua luce.
Certo so cosa si può fare con una tavola a vela, e so che qui è meglio che in tanti altri posti.
Immagino soltanto l'ebrezza di cavalcare a tutto gas sulle onde o di tuffarsi per riprenderne i fondali.
Ho provato l'acqua gelida, le forti correnti che spingono al largo anche se sono chiuse tra pareti imponenti o lambiscono lunghe spiagge in anse ampie o ristrette...
Ma perchè proprio qui?
Le rocce si tuffano decise anche altrove.
Più a nord spira un vento più insidioso, più a est la distesa è più desolata. La terra finisce su ogni tratto più a ovest della costa.
Forse proprio per questo: perchè alle forze selvagge che regolano tutto più a nord si somma il tepore del sud, il calore della gente che è ancora come eravamo noi e può ancora cercare di esserlo.
Umile e ricca.
Senza affanno...
Forse rapito dallo sciabordio del mare che ritorna con ritmo diseguale.
O attratto dalla luce del faro che ritorna costante.
Mi piace fermarmi, seduto sulla roccia a strapiombo sul mare, lasciarmi frugare dal vento, osservare l'orizzonte che si confonde, conscio che niente cambierà, nessuno arriverà, né si turberà la massa d'acqua anche se increspata, e lasciare che il sole picchi a piombo o se ne vada oltre le nuvole arrossate e si tenga la sua luce.
Certo so cosa si può fare con una tavola a vela, e so che qui è meglio che in tanti altri posti.
Immagino soltanto l'ebrezza di cavalcare a tutto gas sulle onde o di tuffarsi per riprenderne i fondali.
Ho provato l'acqua gelida, le forti correnti che spingono al largo anche se sono chiuse tra pareti imponenti o lambiscono lunghe spiagge in anse ampie o ristrette...
Ma perchè proprio qui?
Le rocce si tuffano decise anche altrove.
Più a nord spira un vento più insidioso, più a est la distesa è più desolata. La terra finisce su ogni tratto più a ovest della costa.
Forse proprio per questo: perchè alle forze selvagge che regolano tutto più a nord si somma il tepore del sud, il calore della gente che è ancora come eravamo noi e può ancora cercare di esserlo.
Umile e ricca.
Senza affanno...